Viaggio in Giappone: la partenza tra aerei e treni proiettile | Capitolo 2

by Veronica Crocitti

“Viaggio in Giappone” è il racconto di viaggio di una surreale ed entusiasmante avventura nella terra dei Samurai. [Capitolo 2]


Una volta aperto quel bel cassetto contenente il sogno giapponese, realizzai che tra il dire e il fare c’era davvero di mezzo il mare. Anzi, c’era di mezzo un mondo intero. I viaggi lunghi non mi hanno mai preoccupato, a parte l’idea di dover sostare per più di 13 ore in cielo aperto, all’interno di una scatoletta di alluminio. La sensazione è stata sempre quella di un “tonno” volante.

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Da buona siciliana, sapevo che non esistevano dei voli diretti da Catania o Palermo (figuriamoci! Qui stiamo all’anno zero solo anche solo per gli autobus…). Per cui la prima cosa da fare era capire come arrivarci, in questo Giappone. Bene, tra Alitalia e KLM riuscii ad organizzarmi. All’andata la bellezza di due tratte: Catania-Roma e Roma-Narita. Al ritorno la bellezza di tre tratte: Kansai-Amsterdam, Amsterdam-Roma, Roma-Catania. In totale avrei realizzato circa 50 ore di viaggio. Pensai subito che, come minimo, alla fine avrei ricevuto un premio coraggio!

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In realtà mi fece sorridere la signorina che, con gentilezza, mi disse: “Ci spiace che al ritorno non ci sia il rientro da Narita, ma solo dal Kansai”. Perché secondo lei, la signorina, io in quel momento avevo idea di cosa stesse parlando. Ovviamente non ne sapevo nulla, né del Kansai né di Narita, speravo solo che ci fossero i ninja ad aspettarmi all’aeroporto…

Una volta sistemata la faccenda aereo, bisognava pensare agli spostamenti interni del mio viaggio in Giappone. Scoprii subito che, in quella terra fantastica che è il Giappone, esiste una rete ferroviaria chiamata “Shinkansen”, ovvero dei Treni Proiettile.

Questi “giocattolini” si spostano tra Nord e Sud a velocità che oscillano tra i 200 e i 400 km/h. E’ come stare all’interno di un aereo che sta per decollare, solo che poi non decolla mai e la strada se la fa così, fiummm, in un lampo.

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Ottimo, pensai. E’ l’occasione giusta per sperimentare un treno degno di questo nome (vi ho già detto che vivo in Sicilia, no?). Il sistema di prenotazione non è semplicissimo. Innanzitutto bisogna capire quante volte si ha intenzione di utilizzare queste reti ferroviarie ad alta velocità, e poi decidere se optare per le tariffe singole (costano un botto!) oppure per l’abbonamento chiamato Japan Rail Pass.

Considerando che la mia idea folle era fare un viaggio in Giappone senza perdere neanche un angolo, la soluzione del JRP mi sembrò subito la più appropriata. Per gli stranieri, funziona così: l’abbonamento viene acquistato su internet e poi prelevato direttamente in Giappone. Esistono siti specializzati che forniscono ogni informazione possibile ed inimmaginabile. L’importante è ricordarsi che, una volta scesi dall’aereo, bisogna andare nell’apposito Stand del JRP e trasformare il voucher acquistato online in biglietto vero e proprio. Se avete quello, è fatta.

Nel giro di qualche giorno avevo quindi sistemato aerei, spostamenti interni e alberghi. Il passo successivo fu decidere cosa visitare, e lì mi affidai a guide e consigli di chi, in quella terra stupenda, c’era già stato. L’itinerario finale divenne più o meno questo: Tokyo, Monte Fuji, Hakone, Kyoto, Nara, Hiroshima, Miyajima e Osaka. Da una città all’altra mi sarei spostata con lo Shinkansen (ogni volta che ci pensavo era un “che figata”!), per il resto mi sarei affidata a metro e treni locali/regionali (che mica siamo in Sicilia là). Magari anche ad un segno della croce…

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Persi infine circa una settimana per segnare, nel dettaglio, tutto quello che volevo vedere in ogni singola città durante il mio viaggio in Giappone (templi, strade, attrazioni, cose assolutamente da non perdere, cibi vari ed eventuali). Insomma, a 24 ore di distanza dalla partenza, ero più o meno pronta. Certo, mancava ancora la valigia…. Ma quella è sempre stata un’altra storia. [To be continued….]

Veronica Crocitti

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