A piedi da Forlì a Dovadola passando per Terra del Sole, Castrocaro e Montepaolo: il Cammino di Benedetta Bianchi Porro con tappe e consigli.
Un lento cammino di 31 chilometri che ripercorre i luoghi in cui la Beata Benedetta Bianchi Porro nacque e visse gran parte dei suoi giorni. Un sentiero che si snoda tra campi di viti, suggestivi panorami e piccoli borghi, e che si inerpica fino a toccare l’eremo di Montepaolo per poi scender giù fino a Dovadola, nella Badia di Sant’Andrea dove giace la salma della Beata. Questo è il Cammino di Benedetta, testimone di sofferenza, carità e amore.
Sono stata in pellegrinaggio lungo il Cammino di Benedetta Bianchi Porro il 12 settembre 2021, in occasione della ricorrenza della sua beatificazione avvenuta nel 2019 sotto il pontificato di Papa Francesco. In questo articolo voglio parlarvi della storia di questa straordinaria beata e del Cammino che il forlivese Filippo Bandini ha tracciato, chilometro dopo chilometro, in sua devozione su invito di Don Domenico, parroco della Cappelania dell’Ospedale di Forlì.
La vita di Benedetta Bianchi Porro
Benedetta Bianchi Porro nacque l’8 agosto 1936 a Dovadola, in provincia di Forlì, da Guido Bianchi Porro ed Elsa Giammarchi. Seconda di sei figli, a pochi mesi dalla nascita viene colpita da poliomielite rimanendo con una gamba menomata. Nel corso degli anni Benedetta si appassiona allo studio, nonostante la sofferenza fisica sia sempre più intensa, e nel 1953 si iscrive a Medicina all’Università di Milano. A 17 anni, Benedetta è quasi completamente sorda e, alle lezioni, è costretta a farsi accompagnare dalla giovane amica Anna.
E’ proprio durante questi mesi che Benedetta riesce a diagnosticare da sola la natura della sua malattia: neurofibromatosi diffusa. Nel 1957 viene operata alla testa ed al midollo spinale rimanendo completamente paralizzata agli arti inferiori. A poco a poco inizia a perdere il gusto, il tatto e l’odorato.
Nel 1962 parte, per la prima volta, per Lourdes col treno-ospedale dell’Unitalsi. Dall’anno successivo in poi, Benedetta inizia a comunicare con gli altri attraverso un alfabeto muto convenzionale. Il suo dolore e la sua sofferenza fisica diventano testimonianza di forza, amore e carità per tutti quelli che la circondano. Nell’estate del 1963 torna nuovamente al santuario di Lourdes per l’ultimo pellegrinaggio.
Benedetta Bianchi Porro muore a Sirmione il mattino del 23 gennaio 1964. La sua ultima parola fu: “Grazie”.
Il Cammino Forlì-Dovadola di Benedetta Bianchi Porro
Benedetta Bianchi Porro fu beatificata da Papa Francesco il 14 settembre 2019 nella Cattedrale di Santa Croce a Forlì, punto in cui ha inizio il Cammino che il forlivese Filippo Bandini ha tracciato lungo le sue orme. Da questo stesso sentiero oggi passano il Cammino di Sant’Antonio (dalla Basilica di Sant’Antonio da Padova fino al Santuario della Verna ad Arezzo) e la prima tappa del Cammino di Assisi.
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Cattedrale di Santa Croce a Forlì/Castrocaro
Il Cammino di Benedetta Bianchi Porro ha inizio nella Cattedrale di Santa Croce a Forlì e prosegue in direzione sud-ovest passando dal Parco Urbano Franco Agosto, polmone verde del capoluogo, verso Castrocaro. Il sentiero è perfettamente tracciato e segue il fiume Montone attraverso campi coltivati e luoghi altamente suggestivi quali Rovere, con la sua pittoresca chiesetta, e Terra del Sole, cittadina fortificata nonché frazione di Castrocaro.
Il Cammino che giunge fino a Castrocaro è pianeggiante e ombreggiato, facile e piacevole da seguire. Si tratta di circa 10 chilometri di sentiero, un terzo del totale.
Curiosità! Castrocaro è famosa per la sua stazione termale nonché per esser la sede del Festival di Castrocaro che ogni anno scopre nuovi talenti musicali.
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Castrocaro/Eremo di Montepaolo
La seconda tappa del Cammino di Benedetta Bianchi Porro si staglia a quasi 500 metri sul livello del mare, in un contesto di totale silenzio, natura e meditazione. L’Eremo di Montepaolo si erge nell’entroterra forlivese ed è dedicato a Sant’Antonio da Padova. E’ qui che si trovano la Grotta nonché una sua reliquia.
Affidato alle suore Clarisse, l’Eremo è una grande meta di pellegrinaggio e rappresenta anche la prima tappa del Cammino di Assisi (che segue il sentiero che Sant’Antonio percorse verso l’Umbria).
Da Castrocaro ci vogliono circa 10 chilometri per giungere in cima all’Eremo di Montepaolo. Il sentiero, che procede in salita, attraversa campi infiniti e panorami incantati.
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Eremo di Montepaolo/Dovadola
La Badia di Sant’Andrea in Badia, a Dovadola, è la tappa finale del Cammino di Benedetta Bianchi Porro. E’ qui che, a seguito della beatificazione, fu trasferita la sua salma oggi meta di pellegrinaggio.
Il percorso dall’eremo di Montepaolo a Dovadola è di circa 7 chilometri e segue la dorsale di un monte per poi ripiegare sul paesino. Il sentiero è tracciato e, per il tratto finale, in discesa. Tra ruderi e antiche ville, la natura circonda ogni cosa regalando un silenzio quasi magico.
Consigli e curiosità sul Cammino Forlì/Dovadola
Il Cammino da Forlì a Dovadola è di circa 31 chilometri, è adatto a tutti e può essere realizzato in una sola giornata o in più tappe. Il tratto più impervio è quello che va da Castrocaro all’eremo di Montepaolo ma, nonostante il dislivello, esso non presenta particolari difficoltà.
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Lungo il sentiero si trovano diverse fonti di acqua potabile, ma è sempre bene partire attrezzati con bottiglietta, cappellino, abbigliamento da trekking e – se li utilizzate – anche i bastoncini. Se decidete di compiere il Cammino in una sola giornata, vi consiglio di partire molto presto quando le temperature sono ancora basse (così come avviene lungo il Cammino di Santiago) e di ricordarvi sempre di aguzzare bene la vista perché la zona è l’habitat naturale di diverse specie animali quali conigli, scoiattoli, caprioli, istrici, leprotti e…. amanti delle due ruote! Il sentiero, infatti, è anche un percorso cicloturistico molto battuto.
Il Cammino di Benedetta Bianchi Porro è il luogo perfetto in cui pregare, meditare e ritrovare quel tempo lento e consapevole che la frenesia di tutti i giorni porta spesso a smarrire. E’ un sentiero che aiuta a riconnettersi con la natura, e con se stessi, nella consapevolezza di esser sempre accompagnati dalla testimonianza di una Beata che ha accettato con amore la propria sofferenza fisica divenendo esempio di vita e carità.
Buon Cammino a tutti!
Veronica Crocitti
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