La Rubrica Italiani all’Estero sbarca in Ungheria, nella splendida Budapest. Tra usanze, cibi e modi di brindare, Lorenzo ci racconta cosa vuol dire vivere e lavorare nell’Est Europa.
LORENZO AMATO. Sono nato a Pisa, ho 31 anni e mi sono laureato in Giurisprudenza. Da due anni mi trovo nella Capitale dell’Ungheria, a Budapest, dove collaboro con uno studio legale. Non è la mia prima esperienza fuori porta. Prima di questa sono stato in Erasmus in Polonia, nella città di Olsztyn, per un periodo di 9 mesi. Poi sono stato a Washington DC, negli USA, come intern presso l’Ambasciata Italiana. Per l’esattezza lavoravo nell’Ufficio Consolare.
L’Ungheria la conoscevo già poiché avevo avuto modo di visitarla circa 10 anni fa. In più la mia attuale ragazza è ungherese. Ci siamo conosciuti nella mia città natale, a Pisa, nel periodo in cui lei stava facendo l’Erasmus in Italia. A Budapest mi sto trovando bene, l’atmosfera è internazionale. Lavoro in una multinazionale americana e, al contempo, collaboro con uno studio legale ungherese che ha molta clientela italiana: questa città, infatti, attrae sempre più investitori. La vita non è cara anche se negli ultimi tempi i prezzi sono in aumento, questo perché sempre più turisti scoprono Budapest per le sue ricchezze culturali e termali. Gli stipendi sono adeguati per il costo della vita anche se inferiori alla media europea (ovviamente Budapest è la città più cara essendo la capitale).
Usanze e tradizioni particolari? Gli ungheresi vanno matti per la palinka, una sorta di grappa, e per l’unicum, un liquore che hanno esportato in tutto il mondo. Famosi sono anche il gulash, i salumi e le immancabili salsicce. Una piccola curiosità: gli ungheresi, grandi bevitori, difficilmente brindano con la birra, o almeno fino a poco tempo fa questo non era un rito celebre. Questa usanza è legata ad un fatto storico che risale al tempo in cui i generali ungheresi vennero fatti prigionieri dagli austriaci e poi fucilati ad uno ad uno. Tra un intervallo e l’altro gli austriaci brindavano con copiosi calici di birra.
Dove vedo il mio futuro? Io opto per il carpe diem e mi lascio tutte le porte aperte! Certo, dell’Italia qualcosa mi manca. Innanzitutto il mare. Gli ungheresi hanno anch’essi il loro “mare”, ma si tratta del lago Balanton (il più grande dell’Europa centrale che invito tutti a visitare per la natura e le dolci colline che lo accompagnano) e non è la stessa cosa. E poi ovviamente mi manca la famiglia, come credo sia normale. La fortuna è che, grazie ai collegamenti Ryanair Budapest-Pisa, riesco comunque a raggiungere casa con facilità!