Viaggio in Terra Santa e Gerusalemme: quello che devi sapere

by Veronica Crocitti

La Terra Santa è un luogo mistico e spirituale. Per intraprendere un viaggio a Gerusalemme, dovrai conoscerne storia, cultura e tradizione.


Gerusalemme d’oro, di bronzo e di luce, forse che io non sono un violino per tutte le tue canzoni?“. Così cita una famosa canzone popolare israeliana, per descrivere la antichissima città Santa di Gerusalemme. Conquistata e dichiarata capitale dal re Davide, Gerusalemme divenne magnifica sotto la guida di suo figlio Salomone, che portò a termine il progetto di costruire un area sacra con annesso un Tempio che custodisse l’Arca dell’Alleanza e le Tavole della Legge. Se state per intraprendere un viaggio a Gerusalemme conoscerne le radici sarà per voi fondamentale.

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In ebraico Gerusalemme è Yerushalayim, il cui significato è ancora incerto. Alcuni danno come interpretazione classica, e forse più scontata, “Ir ha Shalom” che tradotto vuol dire città della pace (amara beffa), altri invece un significato più accreditato, legato al culto di un antico dio canaaneo Shalem o Shalim. In arabo essa è invece Al Quds, che vuol dire la Santa.

LA TERRA SANTA

Se stai per intraprendere un viaggio a Gerusalemme, dovrai conoscere storia e geografia. La Città Santa è un diamante incastonato tra le colline a margine del deserto di Giuda, a più di 700 metri sopra il livello del mare, che vigila ai passi, alle rotte e ai crocevia da oltre 3000 anni. Essa è il luogo sacro alle tre religioni monoteistiche (ebraica, cristiana e musulmana), la terra più contesa al mondo e sicuramente tra le più ricche di fascino. E’ un grande e intenso bagliore bianco che ti acceca, soprattutto d’estate, se ti trovi a camminare per le sue afose strade quando il sole è allo zenit. Questo perché, durante il periodo del mandato britannico, un’ordinanza comunale decretò che tutta la città dovesse esser rivestita di calcare bianco, la pietra locale. Gli edifici, vecchi e nuovi, sono infatti coperti dalla stessa pietra, ed anche i vicoli della zona vecchia sono lastricati di pietra bianca.

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TERRA DI RELIGIONI

Custode dei simboli della fede, Gerusalemme attira ogni giorno migliaia di visitatori e pellegrini da tutto il mondo che, nelle festività, diventano un fiume in piena senza sosta. I luoghi di culto vengono così presi d’assalto tanto da non consentirne neanche l’accesso. Accade, ad esempio, al Muro del Pianto durante il giorno del Kippur o per le feste del Bar Mizvà, al Santo Sepolcro durante la settimana Santa e la domenica di Pasqua, alla Spianata delle Moschee durante i giorni del Ramadan. La città è un susseguirsi di riti, di paramenti e di abiti religiosi, uno strascicare continuo di tuniche di ogni fede religiosa (solo per la fede cristiana se ne contano diverse, tra cattolici, ortodossi, armeni, etiopi, copti, siriani) e di copricapo che per devozione o riverenza sono obbligati dalle loro fedi a coprire la testa senza distinzione di sesso. In città sono presenti anche divise militari (alcune unità dell’esercito prestano giuramento proprio difronte al Muro del Pianto) e Forze dell’Ordine a cavallo.

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TERRA DI ODORI

Partire per un viaggio a Gerusalemme, vuol dire partire per un viaggio tra odori e gusti inediti. Girovagando per i viottoli sarete difatti inebriati dai sapori delle spezie orientali delle varie botteghe del suk, dagli incensi venduti sugli scaffali come souvenir o usati nelle chiese per i riti del giorno, dalla frittura di falafel (tipico piatto mediorientale a base di polpette di ceci tritati) o dai shawarma (grill di carni miste che girano lentamente su uno spiedo verticale). L’odore di caffè turco invade tutte le stradine della città vecchia, mentre il candido bianco degli edifici viene spezzato dai coloratissimi tessuti, dalle stoffe, pietre, spezie e frutta di ogni stagione che, come un caleidoscopio, ornano i bazar del suk o (come si dice in ebraico) schuk.

Cupola della Roccia

TERRA DI PREGHIERE

Gerusalemme è un crogiolo di lingue e di idiomi usati anche per mercanteggiare nei bazar (un venditore parla spesso tre o quattro lingue), che danno vita a riti, preghiere e salmi. Sentirete sempre pregare qualcuno nella propria lingua. Ognuno prega a suo modo, non importa se straniero, turista, pellegrino o semplice abitante della città. Tutti pregano, che sia un Padre Nostro o altro, e tra un mormorio e un altro le mani leste afferrano e velocemente passano di dita in dita i grani del rosario. Questa è una pratica molto usata specialmente tra i venditori musulmani del suk. Nel quartiere ebraico, oltre ai mormorii e ai lamenti, noterete poi ciondolare teste coperte dalla kippà (il copricapo ebraico) e mani toccare il sacro Muro del Pianto, inserendo bigliettini piegati tra le sue fessure, indirizzati all’Altissimo, in un ritmo convulso di estasi e devozione.

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TERRA DI RICHIAMI

Rintocchi di campane che dai vari campanili scandiscono il trascorrere delle ore, richiami dei muezzin che cinque volte al giorno adunano i fedeli per la preghiere, un via vai continuo di gente che passa dai minareti delle moschee alle Chiese ed alle sinagoghe. Durante il vostro viaggio a Gerusalemme vi capiterà d’incappare in una delle vie Crucis che tutti i giorni vengono rievocate lungo le stazioni della via Dolorosa che, dalla sentenza di morte della prima stazione nella Chiesa della Flagellazione (a ridosso della Spianata delle Moschee o Monte del Tempio), porta alle stazioni finali ovvero al sepolcro all’interno dell’omonima Basilica. E così, in un giorno qualsiasi, tra un negozio di souvenir e una trattoria di chumus o theina, verrete raggiunti da una voce d’altoparlante che recita i versi della Passione e, voltandovi, vedrete avvicinarsi un folto gruppo di pellegrini che trascinano di peso una grande croce di legno.

Prima di mettervi in viaggio verso la santa Gerusalemme, sappiate che questa città è molto più di ciò che appare: è frenesia, tensione, estasi, devozione all’ennesima potenza. Con i suoi edifici governativi, la Knesset, il Parlamento israeliano, i ministeri ed i musei come lo Yad Vashem, essa rappresenta l’ufficialità del suo Paese Israele. E’ un marasma di sentimenti contrastanti tra sacro e profano che ti prendono e ti attanagliano senza abbandonarti più.

Cristiano Veneziano – Doron Sar Shalom (guida certificata)

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