Sudafrica, l’ombra dell’apartheid e la miseria delle township

by Veronica Crocitti

Quando si visita il Sudafrica non bisogna mai perdere di vista il contesto in cui ci si trova: l’ombra dell’apartheid è sempre presente.


C’è una cosa fondamentale che non dobbiamo mai perdere di vista quando visitiamo il Sudafrica e, più in generale, il Sud dell’Africa: l’apartheid. Ufficialmente, l’aggressiva politica di discriminazione razziale è finita nel 1994, ossia soltanto 20 anni fa.

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Ne consegue che le divisioni tra razze sono tutt’altro che alle spalle. Durante il mio viaggio in Sudafrica, mi è capitato di discutere sia con guide “bianche” sia  con guide “di colore”. Ebbene, posso confermare che, a livello formale, l’uguaglianza oggi c’è e tutti hanno gli stessi diritti. La percezione del diverso, però, è ancora molto forte.  I bianchi non sono contenti del governo “nero”, i neri ancora non hanno accesso a cariche direttive importanti e non dimentichiamo che anche l’istruzione, prima del 1994,  era del tutto negata agli autoctoni. L’augurio è che le differenze, di ogni tipo, vengano sanate con il tempo ma rimane il fatto che la realtà di oggi è amaramente questa: in teoria hanno tutti gli stessi diritti, in pratica no.

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Vi dico anche che non vedrete nessun bianco fare il facchino o l’usciere così come non vedrete quasi mai i neri fare lavori di pregio. Alcuni ci sono, ma pochissimi. Per superare l’apartheid, quello intrinseco nel Sudafrica, ancora il percorso è lungo…
La storia ci insegna che, dopo il 1994, il Governo ha promesso a tutti i sudafricani di colore una casa. Tuttavia neanche questa si è rivelata una cosa facile: la gente è molta e le risorse sono poche. Da qui la nascita delle Township, le baraccopoli dove vivono principalmente i neri in attesa di ricevere la casa oppure in attesa di potersi permettere un alloggio migliore.

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Sono dei luoghi poverissimi, spesso senza servizi igienici, corrente elettrica e acqua potabile. Non recatevi per nessun motivo in una Township se non con una escursione organizzata. E’ molto pericoloso ed è uno dei primi dolorosi contrasti sudafricani che vi “accoglieranno” appena lascerete l’aeroporto di Cape Town. Noterete fin da subito, estendersi vicino, la prima grande Township. Probabilmente vi chiederete come è possibile, anche perché il Sudafrica vi sembrerà un paese molto moderno. Non dimenticate che, dal 1994 sono trascorsi 20 anni. E 20 anni sono davvero pochissimo tempo.

Beatrice Clerici, Il Mondo Secondo Gipsy

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