E’ facile lavorare in Russia per gli italiani? Quali sono gli stipendi mensili e com’è la vita tra vodka e dacie? Ne parliamo con Vanessa e Marco.
Vanessa e Marco sono due italiani emigrati che, in questa intervista, ci raccontano cosa vuol dire lavorare e vivere nella fredda Russia.
Vanessa Montesi: “Studiare e lavorare in Russia”
“Ho 23 anni e vengo da Pergola, una piccola città delle Marche che conta circa settemila abitanti. Potete quindi immaginare che ritrovarsi in una capitale dove vivono quasi 12 milioni di persone è stato bel cambiamento. Per darvi un’idea, posso dirvi che la strada tra casa mia e la fermata della metro più vicina è lunga più o meno come tutto il centro storico della mia città natale! La mia storia d’amore con Mosca risale a due anni fa, quando lasciai Bologna, dove studiavo alla facoltà di Lingue e Letterature Straniere, per un periodo di studio ed uno stage nell’università statale per le discipline umanistiche (RGGU) di Mosca. Era la prima volta che mi trovavo a vivere in una metropoli e ne rimasi completamente affascinata. Mosca è una città folle e dagli stridenti contrasti, dove è possibile imbattersi in edifici maestosi e templi di storia ed arte quali sono il Moscow Historical Museum, che si affaccia sulla splendida Piazza Rossa, e la New Tretyakov Gallery.
È il regno di uno dei teatri dedicati al balletto più famosi del mondo, il Bolshoy. Ma il suo vero cuore è la metropolitana, affollata da persone che si dirigono al lavoro e vecchiette che vendono fiori o calze cucite a mano. È qui che persone di diverse età, nazionalità e classi sociali si incontrano e mescolano, dando vita a un cocktail di colori e suoni. Ed è stata questa possibilità di conoscere nuove culture, mai sperimentata in questo modo prima d’allora, che mi ha spinta a decidere di fare di questo cocktail la mia vita. Dopo essere tornata a casa da Mosca ho deciso di iscrivermi alla magistrale in traduzione in Inghilterra, dove ho vissuto studiando e lavorando part-time fino ad agosto.
Ma sapevo che quei tre mesi a Mosca non mi sarebbero bastati, e quindi eccomi di nuovo in Russia per lavorare. Ho un impiego in un centro privato come insegnate di inglese ed italiano, e continuo a studiare il russo. Le cose che mi hanno affascinata due anni fa continuano ad affascinarmi adesso, e ad esse se ne aggiungono altre. Per esempio ho scoperto che i moscoviti amano enormemente la cultura: magari i loro stipendi non sono altissimi, ma li trovi comunque in fila alle casse di teatri e musei, e tutti sanno vita e opere degli scrittori russi, e a volte di quelli italiani. E quanto ai miti sulla vodka: tutto vero! Ma il modo migliore di berla, a quanto pare, è nella tranquillità e nell’aria pulita della dacia, la casa “in campagna” che ogni moscovita possiede e dove trascorre tutti i weekend. Non so ancora se al termine di questo anno deciderò di rimanere qui o di trasferirmi in un altro Paese; certo è che mi mancano lo Spritz, il mare, gli aperitivi facili seduti in un prato e i miei due cani (oltre ovviamente a famiglia e amici). Però sento che la mia voglia di viaggiare non è ancora vicina al limite: c’è così tanto da scoprire immergendosi in altre culture!”.
Marco Tagliaferri: “Stipendi in Russia e particolari usanze”
Ho 44 anni e sono nato a Milano. Ho viaggiato molto per lavoro, tra Spagna, America, Dubai ed Europa in generale. Da qualche tempo mi sono trasferito a San Pietroburgo per stare con mia moglie, originaria di qui. Eravamo un po’ stanchi di fare avanti ed indietro per stare assieme, così abbiamo deciso di fare questo grande passe. Ad esser sinceri, sto incontrando qualche difficoltà in termini di stabilità economica e, soprattutto, di lingua. Conosco l’inglese e lo spagnolo, ma la lingua russa non è semplice come si può pensare e, purtroppo, se non la padroneggi discretamente bene, il resto non ti aiuta tanto a lavorare in Russia! Io, il mio futuro vorrei vederlo qui ma, dopo un anno di vivere alla giornata, mi rendo conto di non poter fare progetti a lungo termine.
In Italia non credo, comunque, che la situazione sia migliore. In generale, a San Pietroburgo la vita è cara più o meno quanto a Milano (se vuoi avere una vita sociale molto attiva) ma i prezzi al supermercato sono abbordabili, bisogna fare solo un poco di attenzione. Lavorare in Russia garantisce degli stipendi più bassi rispetto a quelli del nostro Paese. Basti pensare che 80000/100000 RUB sono da considerarsi, oggi, uno stipendio discreto! Qualche stranezza di questo posto? Innanzitutto non si dà la mano per presentarsi alle signore, a meno che non siano loro a farlo per prime. Poi, in segno di rispetto, ci si toglie sempre le scarpe quando si entra in casa altrui! Cosa mi manca dell’Italia? Ovviamente la famiglia”.
Veronica Crocitti