La Rubrica “Italiani all’Estero” sbarca in Corea del Sud per raccogliere la testimonianza di Giulio, giovane italiano emigrato per lavoro.
Mi chiamo Giulio Garufi ed ho 29 anni, anzi quasi 30. Sono nato ad Alzano Lombardo, nel bergamasco, e mi trovo all’estero dall’agosto del 2014. Prima ero stato fuori Italia soltanto per viaggi, anche se per terminare la mia laurea specialistica ho vissuto a Genova. Ho lavorato fino a fine gennaio in Corea del Sud, mentre a maggio mi trasferirĂ²Â in Turchia, sempre per lavoro. Mi ritrovo qui, dall’altro lato del mondo, perchĂ© dopo la laurea ho avuto questa grande opportunitĂ e non ho esitato un attimo a coglierla, considerando anche che in Italia avevo iniziato l’iter dei tanti colloqui senza risposta.
Per il settore in cui lavoro, ovvero l’ingegneria navale, la Corea del Sud è davvero il top al mondo. Insomma era il meglio a cui potessi aspirare, anche se non nascondo che all’inizio non ero convintissimo. Poi perĂ² mi sono buttato e posso dire che è stata la miglior scelta che potessi fare. Nonostante i tanti sacrifici che a volte ho dovuto affrontare, infatti, ho imparato così tante cose nuove e vissuto così tante esperienze impagabili che adesso il bilancio di questi anni trascorsi qui è piĂ¹ che positivo.
In Corea la vita è molto cara ma si vive davvero bene, e comunque gli stipendi sono adeguati ai costi. E’ un posto sicuro, le persone sono molto gentili, i sistemi funzionano. Mi dispiace andarmene, anche se non credo sarei rimasto per sempre. Essendo un Paese orientale, le usanze sono diverse dalle nostre e alcune sono davvero strane. Al di lĂ dei cibi, la cosa che piĂ¹ mi affascina è il rispetto incondizionato che le persone hanno per i piĂ¹ anziani o per chi ha un “grado” superiore. Cosa mi manca dell’Italia? Ovviamente i miei amici, i miei genitori, il cibo… e anche andare allo stadio!