Italiani a Barcellona, Laura: “Si trova lavoro e la vita è bella” | Spagna

by Veronica Crocitti
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La Rubrica “Italiani all’Esterno” atterra in Spagna per raccogliere la testimonianza di Laura, giovane siciliana che tre anni fa si è trasferita nella ridente Barcellona per trovare lavoro e… vita!

Ciao Laura, raccontaci un po’ di te

Mi chiamo Laura Cavalcante e sono nata a Messina 27 anni fa. Mi sono laureata in Marketing e Comunicazione all’Università di Messina ed ho completato un Master in Digital Marketing presso l’Università Ramon Llul – La Salle di Barcellona, in Spagna.

Da quanto tempo vivi nella florente città spagnola?

Sono arrivata a Barcellona tre anni orsono con una valigia rossa tra le mani e tutte le speranze tipiche di una ragazza di 25 anni che voleva scoprire il mondo. Non è stata la prima esperienza lontana da casa, avevo vissuto fuori Messina per 2 anni e mezzo, quando facevo la danzatrice, ma è stata la prima volta lontano dall’Italia.

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Parlaci della tua esperienza.

La mia vita in Spagna è cominciata con un Master, uno stage in un’agenzia digitale ed è poi continuata con una grande occasione: una “practica” (stage di lavoro) in una multinazionale (italiana) di moda con sede a Barcellona. La grande occasione si è trasformata in un contratto a tempo indeterminato ed ogni giorno provo a far diventarla un’occasione avvincente, intrigante, interessante. Mi ritengo una “fortunata”, mi sono solo trovata nel posto giusto al momento giusto. E poi ovviamente, come in tutte le cose, qualcuno (il mio capo) ha voluto scommettere su di me. Non so se secondo lui abbia vinto quella scommessa, non me lo ha mai detto, ma credo che insieme ed in soli 2 anni e mezzo abbiamo costruito uno spazio lavorativo che prima non esisteva (in questo Paese). Spazio che cerchiamo di ingrandire e riempiere di settimana in settimana, con la passione di chi crede e ama quello che fa.

Cosa vuol dire lavorare all’estero in un’azienda italiana?

E’ come se il filo rosso con il mio Paese non si spezzasse mai. Quotidianamente parlo in italiano al telefono e via e-mail. Lavorare anche nella mia lingua madre mi fa sentire più vicina, diciamo meno lontana, anche se poi concretamente sono solo un link e non conosco minimamente il mercato made in Italy.

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Cosa ti ha spinto a scegliere Barcellona (Spagna)?

Non è stata una vera e propria scelta. Avendo mezza famiglia catalana, questa città è stata quasi un “passaggio obbligato”. Dopo essermi laureata, ero sicura che avrei fatto un Master all’estero, volevo vivere e studiare in un’altra lingua. Ampliare la mia visione sulla vita, fare e disfare valige, trovare risposte, conoscermi sola e lontana dalla mia comfort zone siciliana. E poi avevo/ho un obiettivo chiaro: volevo diventare brava, sognavo un’azienda, un Marketing Department, sognavo riunioni, viaggi lavorativi, crescita, impegno, costanza, creatività. Ho avuto tutto.

Com’è trovare lavoro a Barcellona (Spagna)? 

La vita è straordinaria, se sei capace a fare qualcosa (qualsiasi cosa) e parli castigliano o catalano, a Barcellona trovi lavoro abbastanza velocemente. Non occorre specificare che devi essere anche abbastanza aperto di mente per poter lavorare fuori dal tuo Paese, dato che è la prima cosa da mettere in conto quando decidi di trasferirti all’estero. La qualità della vita che offre questa città è al di sopra degli standard più alti: il clima, il cibo (non è come quello italiano, ma non è neanche troppo lontano), l’arte e la cultura, la vita notturna, il suo esser così internazionale ed a livello lavorativo abbastanza interessante.

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A livello di costi, affitti e stipendi? 

Barcellona non è una città “cara”, in Spagna puoi trovare lavoro e puoi vivere con le possibilità che hai. Gli spazi aperti e gratuiti sono tantissimi (ferie, festival, mostre), puoi andare in un ristorante medio e pagare anche meno di 20€ a persona. Gli stipendi medi non sono alti, ma è un argomento amplio, ovviamente dipende dal posto di lavoro che hai. Barcelona è una città mediterranea ma con un organizzazione abbastanza nordica: i mezzi funzionano perfettamente, la gente fa la fila in modo ordinato e nessuno usa il clacson per strada, eccetto casi eccezionali.

Cosa ti manca ti più dell’Italia e come vedi il tuo futuro?

Due domandine così, eh, che per una “complicata” come me non sono proprio semplici… soprattutto in una mattina con 5 gradi appena rientrata da una soleggiata Sicilia. In realtà so bene cosa mi manca dell’Italia, lo riassumo in una frase e poche parole: mi manca l’essenza, la profondità, l’italianità (che non sempre ritrovo nel mondo). A parte la trascendenza della frase precedente, mi mancano cose quotidiane. Come il mio mare, il cibo, le mie persone, gli abbracci. Il sorriso di mia madre, che mi mancherà sempre e che ogni volta solo al pensarlo mi si bagnano gli occhi.

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E il futuro?

Un altro obiettivo, prima di lasciare l’Italia, era quello di rientrare una volta diventata brava, per poter lavorare ed “offrire” il mio expertise al mio Paese. Nel frattempo: non sono diventata così brava e la strada è ancora infinita. Nel mezzo la mia voglia di non fermarmi ma andare, forse, ancora più fuori è cresciuta e cresce ogni giorno. Con la Sicilia e l’Italia sulla pelle. E nel cuore.

Intervista realizzata da Veronica Crocitti

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