La Rubrica “Italiani all’Estero” strappa la testimonianza di una calabrese che, da ben 27 anni, vive in Belgio. Sessant’anni, “nomade per natura”, Angela ci racconta il suo colpo di fulmine con un giovane belga e la “fuga” verso un Paese in cui non esiste corruzione e c’è meritocrazia.
ANGELA ROSITANI
Ho 60 anni appena compiuti, sono nata a Palmi (Reggio Calabria) e sono una degli italiani in Belgio. Ho una laurea in Scienze Politiche (indirizzo sociologico) conseguita presso l’università degli Studi di Messina, nel lontano1980. Ho anche frequentato un corso di giornalismo a Milano, al Centro Sperimentale di Giornalismo. Mi definisco una nomade per natura: ho abitato a Delianuova fino all’adolescenza, poi a Palmi l’ultimo anno di liceo, a Messina per l’università, in seguito a Brescia e Desenzano per 10 anni per motivi di lavoro. Dopo questo lungo peregrinare, sono infine approdata in Belgio dove vivo da ben 27 anni (dapprima a Mons ed adesso a Quaregnon). L’idea di vivere all’estero non mi aveva mai sfiorata ma poi, in vacanza alle Baleari, ho conosciuto un ragazzo belga ed è stato il colpo di fulmine (il colmo per una che non si voleva sposare!). Senza pensarci troppo, ho lasciato il lavoro di insegnante elementare di ruolo, superato il concorso ministeriale a Roma ed ho insegnato per 15 anni lingua e cultura italiana nelle scuole belghe. Scaduto il mio contratto, nel 2009, ho dato le dimissioni. Ormai la mia vita è qui, ho due figli nati e cresciuti qui che si dovrebbero laureare l’anno prossimo, ho comprato una casa ed ho tantissimi amici.
Trova tutte le offerte per alloggi a Bruxelles
Sono inserita perfettamente in questa realtà che apprezzo sempre di più: il sistema scolastico premia gli studenti meritevoli, indipendentemente dal reddito familiare e dalle conoscenze; il settore sanitario funziona abbastanza bene; la classe politica non è corrotta; rari sono i casi di ministri incriminati; i giovani possono svolgere molte attività sportive e culturali, visto che ogni città, anche se piccola, dispone di adeguate strutture e senza costi supplementari per le famiglie (ad esempio i corsi all’Accademia di musica, danza e spettacolo sono gratuiti fino ai 12 anni). In questi ultimi anni, il problema della disoccupazione si è comunque fatto sentire anche qui, soprattutto nel Borinage, la parte più povera del Paese, ma senza raggiungere i livelli drastici dell’Italia. Del mio Paese rimpiango il sole (ma ne faccio scorta in estate), il clima, la famiglia.
Qualche tradizione particolare? Il giorno dell’Epifania si mangia “la Galette du roi”, un dolce di pasta sfoglia e marzapane che nasconde all’interno una fava (oggi una statuina in ceramica): chi la trova è eletto re dell’anno e sarà molto fortunato. Poi c’è il rituale della “Candelora”, quando si preparano le crepes dolci che si devono far saltare tenendo nel pugno destro una moneta, se si vuole avere fortuna e ricchezza.
Per mantenere il legame con la mia terra, guardo molto spesso la Rai, sono iscritta all’Associazione “Femmes Immigrées et Culture”, ed ai gruppi “Italiani in Belgio e nel mondo” su Facebook, partecipo a tutte le iniziative culturali e insegno, gratuitamente, italiano agli adulti una volta a settimana. Quando la nostalgia si fa sentire troppo, volo in Calabria, almeno due volte all’anno, e lì, a Marina di Gioiosa, sulla costa ionica: ossigeno i polmoni ed il cuore e respiro aria di casa.