Viaggio nell’Abruzzo Religioso, dove si possono ammirare il Volto Santo di Manoppello (Pescara) e il Miracolo di Lanciano (Chieti).
L’Abruzzo è una delle mete preferite dal turismo religioso. Spostandosi all’interno di questa regione dell’Italia centrale, ci si imbatte in santuari, chiesette di campagna, abbazie e mete di pellegrinaggio. In questo articolo, vi raccontiamo qualche curiosità su due chicche dell’Abruzzo religioso: il Volto Santo di Manoppello e il Miracolo di Lanciano.
Abruzzo religioso: Manoppello e Lanciano
L’Abruzzo religioso vi lascerà senza parole. I turisti possono visitare luoghi di culto avvolti nel mistero, sparsi per tutta la regione. A Manoppello, in provincia di Pescara, si può ammirare un velo con la figura di Gesù Cristo: secondo un’ipotesi, potrebbe essere quello in cui fu avvolto al sepolcro. A Lanciano, in provincia di Chieti, si trova invece il primo Miracolo Eucaristico della storia della Chiesa Cattolica, perfettamente conservato a distanza di dodici secoli da quando è avvenuto. Ogni anno migliaia e migliaia di pellegrini si recano in questi luoghi mistici per vivere da vicino
Il Volto Santo di Manoppello
Salendo sul colle Tarigni di Manoppello, in provincia di Pescara, si arriva alla Basilica del Volto Santo. Questo luogo religioso, gestito dai frati Minori Cappuccini, è noto perché custodisce un velo su cui è raffigurato il volto sofferente di Gesù Cristo.
La figura impressa sul tessuto è vivida e allo stesso tempo trasparente: si intravedono gli oggetti dietro. Si ritiene che sia acheropita, ovvero non fatta da mani d’uomo. Anche se il suo ritrovamento risale a più di cinquecento anni fa, la reliquia è tuttora completamente integra.
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Il mistero del Volto Santo di Manoppello
Proprio per la sua particolarità, il velo è stato oggetto di studio da parte di ricercatori in diversi campi. Secondo un’ipotesi, si tratterebbe della “Veronica”, il capo che avrebbe avvolto Gesù nel sepolcro, conservato fino al 1527 nella Basilica di San Pietro a Roma. Inoltre, secondo altre analisi, questa reliquia presenterebbe gli stessi tratti della Sindone di Torino: viso ovale asimmetrico, fronte larga, capelli lunghi, bocca leggermente aperta e sguardo che guarda verso l’alto.
La storia del Volto Santo di Manoppello
Stando al racconto dei frati, il velo su cui è impresso il volto di Cristo fu ritrovato nel 1506 quando un misterioso pellegrino giunse alla chiesa, chiedendo di tale dottor Giacomantonio Leonelli. Il pellegrino gli consegnò il velo in un pacchetto e gli disse: “Abbine cura, custodiscilo come un dono del cielo, veneralo, sarà per te e per la tua famiglia fonte di grazie e auspicio di protezione”.
Il dottore mise l’immagine in casa e lì fu venerata per circa un secolo. Poi, quando morì, gli eredi contesero l’eredità. Nel 1608 Pancrazio Petrucci, marito dell’erede Marzia Leonelli, sottrasse la reliquia e poi l’abbandonò. La donna poi vendette il velo al dottor Donatantonio De Fabritiis, farmacista della città, che chiese aiuto ai Cappuccini per metterlo in sesto. I frati riuscirono a sistemarlo e poi lo chiusero tra due vetri e con una cornice di noce. Per senso di gratitudine, De Fabritiis decise di donare ai Cappuccini la reliquia, che da allora è custodita nella Basilica.
Il Miracolo Eucaristico di Lanciano
Nella città abruzzese di Lanciano, in provincia di Chieti, è avvenuto il primo e più grande Miracolo Eucaristico della storia della Chiesa Cattolica. Tra il 730 e il 750 d.C., un monaco sarebbe stato colto dal dubbio mentre stava celebrando l’Eucaristia nella chiesetta di San Legonziano. Durante la Santa Messa, l’ostia si sarebbe trasformata in Carne viva e il vino in Sangue vivo, formando successivamente cinque grumi irregolari per forma e dimensione.
Le reliquie furono dapprima custodite dai Monaci Basiliani fino al 1176 e poi dai Benedettini. Nel 1252 il vescovo di Chieti Landulfo con una Bolla pontificia chiese che i Frati Minori del Convento Francescano custodissero questo Miracolo. Così, essi costruirono il santuario che si può ammirare attualmente e da allora lo mantengono al sicuro nell’antica custodia in ferro battuto con epigrafe commemorativa.
L’Ostia-Carne è grande quanto l’ostia attualmente in uso ed è di colore roseo-bruno, mentre il Sangue si è coagulato e ha un colore giallo-ocra. Dal 1713 la Carne si trova in un Ostensorio d’argento di scuola napoletana, il Sangue invece è in un’ampolla di cristallo di Rocca.
Gli studi sul Miracolo Eucaristico di Lanciano
Nel 1971 il Prof. Odoardo Linoli, docente in Anatomia e Istologia Patologica e in Chimica e Microscopia Clinica dell’Università di Siena decise di analizzare le relique. I risultati furono sorprendenti: la Carne e il Sangue risultarono di natura umana e dell’emogruppo AB, come la Sacra sindone e il Sacro sudario. In particolare, la Carne si rivelò formata da tessuto muscolare del cuore, mentre nel Sangue furono rinvenute proteine e minerali.
Il fatto che a distanza di dodici secoli il Sangue e la Carne si siano conservati perfettamente costituisce un evento straordinario, che neanche i vari studiosi sono riusciti a spiegare: il contatto con agenti atmosferici e biologici per tutto questo tempo avrebbe dovuto causare il deterioramento della carne.
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1 commento
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